venerdì 21 luglio 2006

Parole - Punti di sutura

Stasera sono talmente stanca che non riesco ad addormentarmi. Spesso mi capita, il corpo sia fa restio al riposo e la mente rifiuta un armistizio al suo quotidiano combattere. Di solito, in questi momenti, scrivo e cerco la tregua in quel terreno più solido che la scrittura mi regala ed a cui non riesco a non abbandonarmi. Quando riesco ad afferrarla le parole mi offrono quella terra conclusa verso cui indirizzarmi e da cui guardare indietro, quello strumento insuperato per rendermi ancora più aderente alla vita o per distaccarmene. Quando non scrivo non è mai un buon segno: nei momenti più difficili che ho attraversato ho rifiutato le parole e scelto il silenzio, momento di difesa da uno sguardo indagatore che vivifica i sussurri ed agisce come falda sotterranea scatenando il terremoto. La mia scrittura di oggi viene in soccorso a sanare i non detti, a superare l’immediatezza dell’esperienza, a recuperare il cuore vivente delle mie radici, a raggiungere territori inesplorati. Le parole che oggi uso non sono altro che punti di sutura per ferite ancora fresche ma che cominciano ad essere sempre meno fastidiose e con cui comincio a convivere, pur cercando di distogliere lo sguardo. Punti di sutura che indicano una ricomposizione di due lembi di esistenza, la ricongiunzione di pezzi sparsi, nonché un ponte verso nuovi territori. Le mie parole, adesso, mi fanno intravedere il passaggio, mi disegnano un ponte che non posso non attraversare. Oggi, sotto il sole cocente di Londra, ho capito che vale la pena tentare. Ho capito che devo trovare il coraggio, ho capito che devo intraprendere il cammino verso l’uscita. In questo mese e mezzo di Londra non ho più sognato il vuoto, non ho più sognato il viaggio, segno che il percorso è stato compiuto ed il vuoto riempito. E non ho avuto quasi mai l’emicrania…ma questa è un’altra storia.

"Io supero le cose soltanto scrivendole! - davvero se lo è rimproverato? Forse che questo segreto autorimprovero spiega lo stato in cui ha lasciato le cose? Diari, schizzi, osservazioni, racconti, liste di titoli, abbozzi, progetti, lettere. Tanta trascuratezza non la si può più mimetizzare da disordine o da superficialità. Da essa traspare la qualità della debolezza con la quale intendeva opporsi alla sopraffazione delle cose: scrivendo. E, malgrado tutto, le superava"
C. Wolf, Riflessioni su Christa T.

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