lunedì 24 luglio 2006

Cencio

Sono alla ricerca di parole nuove per dare voce al presente. L’esercizio lenitivo della scrittura non fa altro che dare voce alla catartica fatica di ricostruire, di ripensarsi, ripercorrendo a ritroso i sentieri della memoria, riattraversando gli intrecci che hanno tenuto insieme la mia vita fino ad oggi. Quegli intrecci che si sono intessuti per permettere alla trama della mia esistenza di assomigliare il più possibile ai miei sogni di adolescente. Nonostante tutto, nonostante il disagio, la paura, l’insicurezza, lo scollamento sempre più marcato tra l’onirico e il reale, mi sono sempre sottomessa all’inganno di percorrere le strade di sempre, per evitare l’inaspettato, per sfuggire all’ignoto.
Venerdì ho tracciato il volto di un piccolo equilibrista che cerca di farsi strada senza cadere. Riflettendo sulle mie ultime parole la mia mente e la mia immaginazione, che ruminano senza sosta regalandomi spesso terribili emicranie, hanno pensato al circo e, quindi, a Cencio. A quel “circo personale”, a quei “giganti” e a quei “nani”, a quei piani scompaginati dall’imprevisto, a quel tentativo di evitare il dolore, la pena e l’inquietudine. L’equilibrista di qualche giorno fa sembra più stabile, oggi. Sembra guardare avanti meno dubbioso e più sicuro, ormai certo che tornare indietro sia impossibile e spostare lo sguardo imprudente. Camminare per le strade di Londra alla ricerca di una nuova casa mi ha senza dubbio comunicato la sensazione che la linea di fuga sia stata tracciata e che sia arrivato il momento di cercare la luce, anzichè tastare il confuso.
Se penso a quella foto che macchia “di ricordi l’Associazione Bocciofila Modenese” mi chiedo se io sia un gigante o un nano e quanto stia rischiando di farmi davvero male…..

Ma il tempo più ottuso di noi incalza per tutti sia per i giganti che i nani
chi immaginava allora che ognuno sarebbe finito in un proprio circo personale
vincenti o perdenti non importa ma quasi mai secondo i propri piani
con la faccia tinta, sul trapezio, tra i leoni, solo attenti a non farsi troppo male.
Francesco Guccini, Cencio

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