martedì 4 settembre 2007

Giornate fiorentine

Torno a casa, dopo le intense giornate fiorentine. Intense, è proprio il caso di dirlo, per mille ragioni. Il mio incontro con quella che considero, ancora oggi, una delle mie città, uno di quegli spazi, reali e simbolici, che hanno contribuito a tessere la mia identità, oggi, forse, non più così sfilacciata. Il mio ritornare alla scuola estiva della Società Italiana delle Storiche che mi ha impegnato, in questi giorni, in una attenta riflessione su temi e questioni abbandonati dopo la mia fuga dall'Università. Il mio ritrovare persone così care, nonostante percorsi non più paralleli.
Ho cercato di rintracciare accordi tra le parole di oggi e quelle che hanno costituito il mio principale interesse negli ultimi anni e mi è piaciuto ritornare su un sentiero già battuto, quello che avrei davvero voluto percorrere fino in fondo se non avessi trovato un carcere asfissiante da cui non potevo che evadere. Ma se gli studi delle/sulle donne ancora mi emozionano e mi spingono, perchè no?, a riprendere in mano antichi progetti, tutto il resto è proprio dietro alle spalle. Che bello è tutto finito, che bello me ne sono andata. Percorrendo Via di Parione domenica pomeriggio ricordavo Antonio Tabucchi di "Piccoli Equivoci senza importanza" e pensavo a Erri De Luca e alla sue parole così illuminanti sulla pesantezza della vergogna.
A proposito, Erri ha appena pubblicato per Feltrinelli un libro sulla maternità. Tema così caldo, per la Barbara di oggi, che pensa a quella di sua madre ed alla sua (a cui si comincia un po' a pensare, vista l'età!!!). Lo compreremo.

"Una quantità di coraggi spuntano da vergogna e sono più tenaci di quelli saliti dalle collere che sono scatti rapidi a sbollire. Invece le vergogne sono di grano duro e non scuociono"
Erri De Luca, Il contrario di uno.