martedì 20 marzo 2007

In volo per Varsavia

Ritornare a quel luogo, dissotterrare emozioni, recuperare ricordi mai sbiaditi, vivide sensazioni di fuga. Che emozione alzarmi di nuovo in volo ed indietreggiare a dieci mesi fa, quando il viaggio era simbolo di quell’Ausgang su cui tanto ho riflettuto negli anni universitari. Eccolo l’atterraggio che richiama una antica melodia del cuore, rievoca sussulti, riecheggia un coraggio fino ad allora mai sperimentato. Mi chiedevo in quell’attesa snervante, in quell’aeroporto che aveva appena registrato le solite movenze che anticipano una partenza, cosa mi fosse rimasto di quella partenza, la sola, la mia. Interrogando la trama delle mie emozioni mi sono trovata a domandarmi chi sarei adesso se avessi provato a restare. Cosa sarebbe cambiato? Avrei potuto, nonostante tutto, accompagnarla ugualmente. Ecco, di nuovo, i sensi di colpa, nonostante non abbia niente di cui accusarmi, se non i pensieri sconnessi che mi tengono legata ad un sentiero interrotto. Rimugino, ricordo, rivedo: questa Londra eternamente presente lo è ancora di più adesso, in questa Varsavia appena intravista dalle nuvole. A volte sono io che mi sento una nuvola, sul punto di piovere.

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