martedì 20 marzo 2007

Britney Spears

“Riflettere, riflettere su di lei. Sul tentativo di essere se stessi”, scrive Christa Wolf. La riflessione su di me, mai conclusa, mai appagante, oggi passa necessariamente attraverso il sentire di lei, un sentire-guardare che passa attraverso il contatto, attraverso le maglie del corpo, attraverso il calore e il profumo della pelle. Prima della mia partenza sono stata a casa dei miei e ho trovato il contatto godendomi una carezza affettuosa e leggera sulla ruvidezza della sua cute. Libera di muoversi e di essere se stessa tra le pareti di quella casa, la mia, la sua, la nostra, si è sfilata senza pudore quella seconda pelle di lana che noi quasi le imponiamo per proteggerci dalle nostre incoffessabili paure. E finalmente ho visto un bagliore di nuova vita su quel corpo così martoriato e assalito da una chimica tanto disumana quanto provvidenziale e ho visto un sorriso sul quel viso che è ancora tremendamente il suo. Ha una leggera peluria sul capo adesso, di un colore ancora indecifrabile, una peluria timida ma coraggiosa, che si fa decisa e sfrontata, quasi a voler sbeffeggiare l’alieno. E lei è ancora più audace, ancora più sfrontata, ancora più irriverente. E così ride, in mezzo alla sala, davanti a noi, davanti alla bestiaccia, e abbozza un ballo, sorridendoci e dicendoci che non è malata, è solo Britney Spears…
Lo so che si sta vendicando dell'alieno, con tutto questo coraggio. Vendetta, che segna già una piccola vittoria.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ogni volta che parli di tua madre mi coinvolgi, mi sono emozionata per quella peluria, mi sono immaginata la Britney Spears che è in lei... c'è bisogno di tanta forza e coraggio, ma a voi non mancano, e soprattutto avete una carta in più: l'ironia! Ti voglio bene e ti sono vicina.
Francy