giovedì 3 agosto 2006

A tua immagine e dissomiglianza

Piombino va attraversata di notte per averne davvero paura. Durante il giorno l’Isola d’Elba in lontananza ed il mare attenuano la violenza di quello che è stato fatto a quello che è, in realtà, un angolo di paradiso. Tutte le volte che attraverso quella città, che mi inoltro con lo sguardo in quella ragnatela di impianti, in quel puzzle metallico, in quel bagno turco di fumi nauseabondi sento pulsare nelle vene il tuo battito, e sento spuntare ai miei piedi quelle radici che si incuneano nel terreno simbolico della storia operaia di quella città, che è anche la tua. L’“inferno” lo chiami tu e, seppure non ci sia mai entrata, anche io mi sento un po' di inferno appiccicato addosso ed a volte mi sembra che anche la mia testa abbia il rumore di Piombino di notte.
Sento sulle spalle il peso di un impegno che mai sarò in grado di onorare, soprattutto qualora decidessi di percorrere strade che non sono le tue. La sensazione perenne di dover esaurire un debito adesso si è trasformata in un fardello pesantissimo che mi prostra a terra e mi blocca, rendendo difficile qualsiasi passo. O meglio, rendendo impossibile qualsiasi partenza verso lidi che non combacino con le tue aspettative.
Sento la tua andatura nelle mie scarpe e la tua fatica in ogni mio passo, in ogni conquista, in ogni giro di boa. Purtroppo, di tutto questo non sono ancora libera. Le tue parole sono per me ogni volta un peso nuovo da portare ed inaugurano un passo all'indietro rispetto ad un minuscolo pezzo di strada che con tanta fatica avevo percorso. Tu mi vorresti a tua immagine e somiglianza: vorresti che parlassi un identico alfabeto, che mi entusiasmassi per le stesse cose, che godessi dei medesimi piaceri, che riuscissi ad abitare quei tuoi spazi che, da anni ormai, non sento più miei. Sì, io lo sono, a tua immagine: negli occhi, in quel bozzetto sul capo che marcava il segno delle generazioni, nell’amore per quelle magliette cariche di sudore dopo una lunga corsa, nell’irascibilità che spesso segna i nostri atteggiamenti, nella volontà a non piegarsi, mai, anche di fronte alle più sfavillanti promesse. Ma io sono a tua immagine e dissomiglianza, perché non sono tu, nonostante continui a crescere sotto la tua ombra. Io sono diversa, io sono altro, io sono IO, nel bel mezzo della corsa. Che è la mia, ricordalo, e non la tua.

Forse non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele. Talvolta nei riguardi di un popolo o di un regno io decido di sradicare, di abbattere e di distruggere; ma se questo popolo, contro il quale avevo parlato, si converte dalla sua malvagità, io mi pento del male che avevo pensato di fargli. Altra volta nei riguardi di un popolo o di un regno io decido di edificare e di piantare; ma se esso compie ciò che è male ai miei occhi non ascoltando la mia voce, io mi pentirò del bene che avevo promesso di fargli”.
Geremia, 18-1;19-15

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