lunedì 13 agosto 2007

Millenovecentottanta

Che anno è stato? Bo, non so. E’ stato l’anno della pubblicazione del “Nome della Rosa” di Umberto Eco, il primo vero romanzo di cui ho sfogliato le pagine e che mi ha fatto innamorare del calore della scrittura. Vittorio Bachelet è stato ucciso dalle Brigate Rosse, John Lennon da uno squilibrato, è morto Tito a Belgrado, in Irpinia si è aperta la terra e a Milano il biscione ha dato vita a Canale 5. Intanto io entravo per la prima volta in una scuola elementare, in quegli stabili di Via Marconi che oggi, mi pare, ospitino un gommista o qualcosa del genere. Mamma e babbo avevano l’età che io mi porto addosso oggi e continuavamo ad andare a Roma per le visite ai nonni che da lì a poco si sarebbero trasferiti nella nostra città che, forse, non era poi così diversa da come la vedo oggi. Nell’estate del 1980 mi godevo i giochi ai “Bagni Gelli”, come noi avevamo ribattezzato quella lingua di spiaggia libera affollata da noi bambini e dai loro genitori che, operai, non potevano permettersi l’ombrellone agli stabilimenti adiacenti. Io e Sara continuavamo ad azzuffarci per ogni piccolezza per poi ritrovarsi, ventisette anni dopo, a raccontarci le vie più o meno tortuose delle nostre vite e dei nostri amori. E nessuno si sarebbe immaginato che uno di noi avrebbe trascorso l’estate del 2007 in un carcere livornese per qualcosa di più grande di lui, che nessuno di noi osa decifrare. Insomma, come quelli che lo hanno preceduto, il 1980 fu un anno di grande spensieratezza e serenità per la mia famiglia, che avrebbe vissuto momenti drammatici negli anni a venire. Un anno di bambina, una piccola “culodritto” con gli occhi spalancati sul mondo, pronta a cogliere ogni movenza, a decifrare ogni oscuro meccanismo, a moltiplicare le domande per vivida curiosità. Ma allora mi chiedo: perché questo 1980 dovrebbe spaventarmi così tanto? Pensando a questo stasera, accompagnata da questa musica caldissima e avvolgente, capisco che, ancora una volta, il mio sguardo è male indirizzato e vede pericoli dove non ci sono, lasciandosi sfuggire le vere insidie. Evviva il 1980.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A occhio e croce questo è proprio per me.
Che altro dire una meravigliosa annata, e spero tu sia d'accordo.
Un'ultima cosa, confermo con decisione, non c'è nulla da temere.
Riccardo