lunedì 20 agosto 2007

Fuori dalla caverna

Ho scritto queste poche righe alcuni giorni fa, in preda ad un acuto malessere. Le trascrivo solo adesso, dopo che l'amarezza si è stemperata.

"E’ un nuovo giorno a Follonica, senza dubbio più pesante di quello appena passato, ma va bene, va tutto tremendamente bene. Tutto torna, adesso, una volta disciolte le parole compresse. Per quale motivo, non so. Mi chiedo come sia possibile che le persone che più ti sono vicine cambino davanti ai tuoi occhi in maniera improvvisa ed inattesa, senza che tu abbia avuto il sentore, senza che tu abbia avuto il tempo di registrarne il cambiamento. E’ proprio vero che siamo sempre, costantemente, prigionieri di quella maledetta caverna, incapaci di volgere attorno il capo. Ed è tremendamente vero che quando abbandoni il buio delle tue sicurezze gli occhi ti fanno male e il dolore si diffonde su tutto il corpo, fino a colpire la tua anima". Ecco un'altra necessaria e vitale maglia rotta nella rete.

"Somigliano a noi, risposi; credi che tali persone possano vedere, anzitutto di sè e dei compagni, altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte?"
Platone, La repubblica, libro VII.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ogni tanto mi perdo nelle pagine dei vari blog, senza averne 1 mio proprio...scrutando attraverso questo speciale oblò un pò di vita altrui...e mi sono voluto soffermare sul tuo, lasciare una traccia seppur anonima del mio passaggio ma cn una forma ben precisa...
la vita mia cara barbara è fuori dalla caverna...piena di difficoltà e di scorciatoie...di grandi gioie e sommi dolori ma se come traspare dalle tue righe...è la vita vera che agogni, beh gettatici a capofitto e come spesso recitava un mio mai dimenticato maestro, "sporcati le mani" con questa vita, perchè il riscontro emotivo garantito, sarà a volta crudele ma sicuramente ti farà sentire scorrere veloce quella linfa vitale dentro te...
...a presto