lunedì 13 agosto 2007

"L'estate paziente"


Avrei tante cose da dire ma è come se le parole mi restassero strozzate in gola. Decido di postare ugualmente, convinta che questo blog, possa ancora parlare di me. Per chi non so più ormai, ma non importa. E’la mia finestra sul mondo e voglio ancora aprirla qualche volta per affacciarmi con le mie smorfie. Sono anche stufa di questa scrittura cerebrale e intimista che, come dice Alida, sminuisce la mia esuberanza e mi fa apparire per quella che non sono. Chissà, forse da queste pagine sembro essere una “boring woman”, come un lettore mi ha apostrofato in un commento un po’ di tempo fa. Che estate, piena di sorprese, di turbamenti, di paure e inquietudini. Non ho scritto, quasi mai, tutta presa come sono stata dall’affrontare mille pensieri, girandole di sensazioni, turbinii di incertezze. Mi chiedo se questa estate, prima della sua prossima fine, avrà ancora in serbo qualche sorpresa per me. Un’estate partita a gran velocità, con le emozioni che si rincorrevano ad un buon ritmo, estate che poi ha vissuto una brusca frenata fino a rischiare il collasso, per poi ripartire, sebbene con un battito rallentato. L’angoscia, non so perché, è arrivata da qualche settimana, davanti a quella domanda: ma che sarà di me a settembre? Ma in fondo, se ricerco un briciolo di razionalità, capisco che non posso aspettarmi che paura e inquietudine da quella che io chiamo “l’estate del precario”…
in mezzo a graduatorie, incarichi di ruolo, brutte sorprese, paure sul prossimo futuro (avrei potuto chiamarla “l’estate della supplente” ma mi vengono in mente le commedie sexy all’italiana….quindi vada per l’altra espressione, senza dubbio più sobria). Sembra tutto passato, adesso. Ora c’è un’attesa più calma e raccolta, meno ansiogena, convinta che la Dea Casualità giocherà le sue carte e io ne sarò, ancora una volta, vittima…Vittima? Per adesso, concedetemi questo purismo linguistico, ho avuto sempre un gran culo, nel bene e nel male.
E poi basta, sono stanca di rimuginare su quello che avrei o meno potuto fare. Non c’è niente che mi riesca bene come questo. Sono giornate serene, nonostante tutto e sono contenta per come riesco ad affrontare gli imprevisti e a sbrigliare le matasse, sempre più ingarbugliate.
Aspetto che questi giorni di metà agosto finiscano, portando con sé i mille turisti, il caldo, la festa dell’Unità che mi impegna quasi tutte le sere. E cominci l’ultima, intensa settimana prima di sapere dove il caso mi catapulterà il prossimo settembre. Vedremo. Per adesso vivo, come ho finalmente imparato a fare… e ricomincio a correre.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Barbara,
è da molto che non ci sentiamo, ma in un modo o nell'altro cerco di mantenere il contatto con te, leggendo le righe che scrivi sul tuo blog...te lo dico perché non voglio che tu creda di non sapere più per chi scrivere, come hai detto in questo paragrafo. Spesso non lascio commenti perché mi è difficile intrometteremi in quella che sembra essere una tua dialettica interiore, e per non turbarla ne resto al di fuori, essendo comunque sempre presente.
Sei molto brava a scrivere, è stupendo il modo naturale in cui sgorga il flusso di immagini e sensazioni che trascrivi, rendendole quasi tangibili.
Adesso ti mando un forte abbraccio,
con affetto, Elena