mercoledì 18 febbraio 2009

Landslide

Mi concedo una piccola tregua da un pomeriggio pesante, ancora una volta mi avvolgo nelle calde note di Einaudi e cerco di trovare un po' di refrigerio da questa pesante emicrania che mi accompagna da stamani, forse per colpa di questo sonno da mesi intermittente. Mi guardo allo specchio e vedo un viso non mio, stanco, gli occhi appesantiti e inquieti, come a voler fuggire una serie di pensieri che mi accerchiano e rincorrono. Chiama Sonia e mi chiede di uscire la prossima settimana per una pizza...rispondo con entusiasmo di sì e abbasso la cornetta. A valanga arrivano i ricordi di Piazza Gavinana e di quella casa tanto amata e davvero aspetto con ansia di vederla, ancora una volta per ricucire uno strappo e per osservare la tessitura del suo tempo, adesso un po' distante dal mio. Prendo tra le mani il libro di Amos Oz che sto leggendo, lo trovo ancora una volta quasi illeggibile, decido di riporlo nella libreria, tra i tanti libri non finiti, ma decido che si tratta di una battaglia fra me e lui e lo appoggio sul comodino, in attesa di un ennesimo round. Provo a studiare ma ancora una volta le mie energie sono tutte concentrate su me stessa e mi sento un'estranea fra le righe di quei libri, vorrei correre ma fuori tira un vento pazzesco e la fatica sarebbe troppa da sopportare. Vorrei mia madre oggi, anche solo per prenderle quell'esile visino tra le mani e coprilo di baci, rimandando a domani le tante domande. Cerco sollievo a questo accerchiamento emotivo nella pratica quasi quotidiana della scrittura, scopro come le parole siano conforto e trappola, porto sicuro dopo un violento naufragio e tranello giocato alle mie emozioni, costrette in una frase, forzate nell'immobilità dello scritto, obbligate in una porzione di vocabolario che vorrei infinita. Resta così tanto non-detto fuori dalla porta, un ammasso indecifrabile di pensieri ammucchiati, difficili da strigare, impossibili da tradurre nella lucidità di un testo.
Rifletto sul tempo oggi, sul mio tempo. Stamani guardavo i miei alunni e cercavo di farmi strada tra le immagini nebulose di un ieri tremendamente presente, cercavo di scomporre, in minuscole e concluse unità, gli eventi dei miei anni, provavo a ripercorrere i binari della mia esistenza, tentando invano, di sfuggire agli assalti dei miei continui “ma se...”. Mi viene in mente Bergson adesso, la sua illuminante distinzione tra tempo cronologico e tempo interiore e capisco che questo atomizzare i miei trentaquattro anni è proprio una perdita di tempo e di energie. Infatti intuisco che non si tratta di istanti che si succedono l'uno all'altro come le perle di una collana, bensì di una continua e infinita congiunzione, di un intreccio ininterrotto. Scovo le sue parole in un libro ormai impolverato sul più alto scaffale della libreria: “E', se si vuole, lo svolgersi di un rotolo, perchè non c'è essere vivente che non si senta arrivare, a poco a poco, al termine della parte che deve recitare; e vivere consiste nell'invecchiare. Ma è anche, altrettanto, un arrotolarsi continuo, come quello di un filo su un gomitolo, perchè il nostro passato ci segue, e si ingrossa senza sosta del presente che raccoglie sul suo cammino”. Insomma, il mio tempo è una valanga, che non lascia dietro niente di sé e si accresce nel suo scendere a valle. Peccato che oggi mi ci senta come schiacciata.

“...lui si metterebbe qui, in ginocchio in cambio di una carezza, come disse l'innamorato senza gambe alla sua bella senza braccia” (Amos Oz, Non dire notte).

12 commenti:

Anna ha detto...

Delicato post come delicati i pensieri. Ti lascio un abbraccio.

indierocker ha detto...

bel post!!!
..."landslide", a me per deformazione professionale viene in mente la canzone landslide dei fleetwood mac, o la cover fatta dagli smashing pumpkins!
ciao!!!

giorgio ha detto...

Grazie della visita.
Mi ha colpito Bergson quando parla di srotolarsi della vita: è la medesima cosa che sento a proposito del mio blog: lo srotolarsi della mia anima.
Auguri per tutto. C'è bisogno di prof in gamba, ce n'è tanto bisogno!

Bk ha detto...

Il tempo dici, eh?
Ieri ho visto "il curioso caso di benjamin button" col tempo del protagonista che va al contrario...
è sempre il momento adatto per diventare quello che si vuole.
Ce lo dovremmo ricordare.
Un bacio Bk
ps: prendete appuntamento una settimana per l'altra??? per una pizza fuori? e per un invito a cena? due mesi prima? :-D

Anonimo ha detto...

oggi troppo freddo, oggi troppo silenzio, oggi troppo ...
stasera torno.
Giov

Vale ha detto...

leggendo queste profonde parole mi viene in mente questa frase '..perchè la vita è un po così, come i cicli di una spirale, si passa dallo stesso punto, ma il raggio cambia..noi, in momenti e luoghi diversi, sempre uguali a noi stessi, forse migliori..'

Baol ha detto...

Quella sensazione di non ritrovarsi in niente, di perdersi tra le parole senza riuscire a trovare il filo...ti capisco...

Un abbraccio per ritrovarsi

Ilaria ha detto...

Ciao, grazie per essere passata nella mia "casa", mi incuriosiscono i giri tortuosi che hai fatto per raggiungermi.

I periodi di sonno intermittente sono tremendi... quando mi capitano (ormai raramente per fortuna) vedo tutto distorto, come in uno specchio deformante.

Ti abbraccio e ti aspetto, se vorrai tornare...
Ilaria

Bruno ha detto...

grazie per essere passata dal ns blog....sono di sfuggita ma appena rientro nei prossimi giorni ti vengo a trovare con piu' calma....ciao buona domenica

3my78 ha detto...

Un piccolo spaccato che lascia delle riflessioni. l vita secondo me è fatta di tanti piccoli momenti, che possiamo chiamare cicli. Si aprono e si chiudono e noi, dotati di una piccola barchetta, li navighiamo in questo mare fatto da tante cose.
Bello l'affresco sulla mamma.

Spippy ha detto...

I tuoi pensieri sono una valanga, cara Barbara. Ma sono una valanga fatta di zucchero, di panna, di pezzettini di frutta mescolati in una dolce macedonia. Sono pensieri profondi, seri, terribilmente intelligenti e consapevoli. Eppure io non riesco a non vederci tanta fragilità e tanta dolcezza dietro. E' questa la tua valanga e tu devi continuare a lasciarti travolgere sempre così.

Un abbraccio fortissimo.

Anonimo ha detto...

I sè quando si parla del Sè sono spesso senza un'uscita, per questo forse bisognerebbe cercare di combattere con Sé stessi per cercare di ridurre al minimo i dubbi sul" e se..."
Il tempo delle persone al contrario di quello storico ha un gusto non lineare perchè segue l'ordine dei moti dell'anima che non invecchia ma cresce.

Un paio di anni fa sono rimasta incartata un mese e più in un momento molto simile a quelloc he tu descrivi qui