lunedì 10 dicembre 2007

Compleanno orbetellano

Compleanno di pensieri e paure, quello di quest'anno. Oggi, mentre i miei ragazzi cercavano di farmi gli auguri, felici ma imbarazzati dalla necessità di usare quel "tu" al posto del "lei" (non si può, li capisco, cantare "tanti auguri a lei"....) mi sono chiesta come immaginavo, alla loro età, la Barbara che sarei stata nel 2007. Allora penso a Giovanna e al nostro scherzare sui "programmi e programmini" che facciamo sulle nostre vite e al nostro riflettere su come il caso scompagini i nostri piani quando meno ce lo aspettiamo, costringendoci alle curve più assurde, alle più difficili deviazioni. E allora penso che credevo di passare il prossimo Natale a festeggiare tutti insieme, respirando la gioia di un nuovo arrivo, godendo del tepore di una casa tutta mia, e invece mi trovo qui ad immaginare un letto di ospedale, a desiderare un abbraccio, ad allontanare pensieri troppo ingrombranti per le mie forze. Sono qui a godermi un compleanno orbetellano, sola soletta in questa casa non mia, immersa nello studio, ma piacevolmente interrotta dalle mille telefonate di auguri che hanno riempito la mia giornata.
L'unica cosa che la mia immaginazione di adolescente aveva indovinato rispetto al futuro è il mio essere dietro quella cattedra, anche se, in realtà, dietro la cattedra non ci sto mai, ma spiego sempre in piedi, consumando tonnellate di gessi sulle lavagne, oppure girovagando tra i banchi, sbirciando fra le Smemorande, cercando di mimetizzarmi un po' in mezzo a loro. Loro non sanno quanto mi abbiano resa felice oggi, loro non immaginano quanto mi abbiano scaldato le loro attenzioni dei giorni scorsi, le loro continue, ma discrete domande sulla salute di mia madre.
Mi chiedo se sto facendo bene, mi chiedo se è questo il miglior modo di affrontare questa prova, mi chiedo da dove abbia tirato fuori questa insospettata voglia di farcela e di resistere.
Domani non vado a Siena come avevo programmato, mamma dice che sta bene e che mi aspetta solo il giorno prima dell'intervento...che ci sarà, dicono, a breve. Per adesso mi prendo la mia gatta pelosa e me ne vado a letto a leggere il libro di Luzzatto su Padre Pio, di cui parlerò, credo, al più presto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

che amica distratta.....!
Augurissimi Barbarina
è vero recupererai questo giorno non festeggiato come meriti,
una tiratina di orecchi perchè non ne hai fatto parola e due ancora perchè porta bene, intanto abbraccia la mamma .
Anna

Giovanna Alborino ha detto...

un bel modo di insegnare...
l'insegnante che spiega seduto, sembra piu' un giudice dietro ad una cattedra, invece girare tra i banchi e spiegare dimostra piu' sicurezza da parte del professore..
questo e quanto vedo io dal mio punto di vista..
un saluto

Bra ha detto...

Arrivo tardi per gli auguri.
Mi chiedo se anche la mia di immaginazione adolescenziale ci avrà beccato e sarò anch'io come te dietro una cattedra.
Ti faccio e mi faccio un "in bocca al lupo" per il domani.

P.s. ripassa a trovarmi...