martedì 4 dicembre 2007

Anticorpi anni Ottanta

L’ultima volte ho parlato di “latte e marie” e di cartoni animati. Mi chiedo come possa essere così fragile, insicura e sensibile al dolore, pur essendo nata nel 1974 e quindi, pur essendo cresciuta negli anni Ottanta. Non so perché, ma stasera, mentre sul divano mi facevo la “zuppetta” di latte e biscotti mi sono venute in mente le mie merende davanti alla televisione a ingozzarmi di cartoni animati, oltre che di “Oro Saiwa” e “Latte Maremma”. Ed ecco che mi sono davvero stupida di questa mia endemica insicurezza, cresciuta come sono stata a suon di disgrazie e tristezze di tutti quei drammoni stile feuilleton di fine Ottocento che erano i cartoni di noi bambini in quegli anni. Così penso che tutti noi avremmo dovuto sviluppare una capacità di adattamento superiore alla media, visto che dalla nostra più tenera età abbiamo sofferto di una bulimia di tragedie.
Si parte con un disgraziato “Senza famiglia” di nome Remi, con tre cani anoressici e un maestro girovago, il tutto farcito con una fame insaziabile, e un errare senza meta per le città d’Europa; si traghetta la nostra immaginazione infantile in una baita di montagna con una bambina cresciuta da un nonno pastore, circondata solo da mille pecore, un amico sfigato e una compagna di giochi paraplegica; per non parlare di Georgie a cui muore il padre alla terza puntata, la madre alla nona e che è costretta ad abbandonare il fidanzato ammalato di tubercolosi. Vogliamo forse aggiungere Candy Candy, l’aspirante attrice Maya e Sara, l’inglesina senza mamma che fa la schiava in un college per nobildonne?
Poi, non contenti di queste scorpacciate di disgrazie, rafforzavamo il nostro addestramento al dolore con le figurine Panini, con quegli album dedicati ai nostri eroi preferiti, altre gallerie del dolore da scambiarsi tra amici. “Tu ce l’hai la figurina del maestro Vitali morto sotto la neve?” (oddio mi sembra di vederla adesso quella figurina…), “C’hai mica la figurina del babbo di Georgie morente?”, “Mica vuoi cambiare con me questa bella figurina di Lady Oscar mentre le sparano una revolverata durante la presa della Bastiglia??”. Avete qualche perla di dolore da aggiungere?
Per fortuna riesco ancora a concedermi un po' di ironia, in questo momento di dramma. Credo però che mi faccia bene, a me e anche a lei che deve vedermi sempre tranquilla.

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