sabato 18 aprile 2009

Il prezzo dell'adultità

Inconsapevolmente immersa, per tanti, troppi anni, nel mare in tempesta dell'adolescenza, approdo sulla riva dell'adultità e mi sento totalmente sperduta, incapace a perlustrare il territorio sconosciuto su cui mi sembra di essere sbarcata dopo tante fatiche. Penso ad Aristotele e al suo naufrago che si trova costretto ad abbandonare il carico, per quanto prezioso, pur di sopravvivere alla tempesta e pur di giungere, sano e salvo, alla riva, assaporando, nel tempo stesso, l'entusiasmo della salvezza e l'angoscia della perdita.
Ho perso il carico dei miei sogni in questa traversata, lasciando in balia dei flutti immagini, proiezioni, sogni, desideri, figure indistinte e illanguidite di persone, amate per un tempo idenfinito, messe a fuoco sotto la lente dissacrante dell'autenticità. Mi guardo indietro e vedo il bozzolo che ho lasciato per diventare farfalla, e mi osservo, con queste ali ancora bagnate in un procedere incerto, in questo vollo goffo e traballante, verso una dimensione del mio essere tanto desiderata ma con cui stento a prendere confidenza. Guardandomi indietro vedo un rosario di sogni interrotti, provo a dirigere la vista in avanti, verso un futuro opaco e indefinito e vedo una Barbara sconosciuta, mai pensata, mai immaginata ma che devo abituarmi a conoscere, perchè è lei, e lei sola, la protagonista del viaggio.

10 commenti:

fabio r. ha detto...

il brutto (il bello? lo strano?) del mestiere dell'insegnante per me sta proprio qui: tu invecchi e gli altri, i tuoi diretti interlocutori, gli studenti, restano perennemente giovani.
E' come essere intrappolati in un sortilegio lanciato da una strega del tempo. Si resta intrappolati nella gioventù, senza rendersi pienamente conto che non ci appartiene più. Mai Peter pan fu più a suo agio nella mia testa e nelle mie classi....

Anonimo ha detto...

L'adultità è difficile da gestire.
Io ho ancora la sindrome di Peter Pan...anche se ogni tanto penso che E' ORA!

Bruno ha detto...

a volte non mi sembra vero ma a maggio ne faccio 38..... cribbio...eppure l'altro ieri aspettavo le vacanze della scuola, proprio in queso periodo....o forse qualche mese di maggio fa? ..... e quando ci penso, una tristezza infinita mi assale...ciao buona domenica

Prisma ha detto...

Sei riuscita a esprimere perfettamente il senso di smarrimento che si prova nel vedersi crescere e cambiare, quando dentro di noi ancora balenano i flash del passato, vivi e vibranti come se il tempo non fosse mai veramente trascorso...

Sono giorni che mi tornano in mente a tradimento scene della mia adolescenza e facce e parole di persone che non vedo più da anni. E feroce mi assale il desiderio di ritrovarle anche solo per sapere se è lo stesso anche per loro...

Un abbraccio forte.

Marianna ha detto...

MI SA CHE UN Pò PORTA SFIGA LA CANZONE ...A ME è SALTO IL MATRIMONIO!

Baol ha detto...

Io l'adultità non credo di averla mai raggiunta totalmente...per fortuna.

Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Io ancora ignoro il significato di adultità, fosse solo perchè per ora me lo hanno imposto unicamente come "autosufficenza". Invece credo che sia una cosa molto più intima propio come scrivi tu. Forse nemmeno troppo indolore ma di sicuro affascinante.

Juanne Pili ha detto...

Mi chiedo se non sia la routine quotidiana, che attraverso il lavoro e la famiglia congela i nostri sogni, a determinare quella che definiamo "età adulta".
POTERE AL DUBBIO!

Forgotten notes ha detto...

Personalmente guardo con invidia a quanti mi circondano e, almeno in apparenza, non danno a vedere la sofferenza nell'andare avanti, nella loro quotidianità, nei problemi che un uomo e una donna si trovano costretti ad affrontare, responsabilità di fronte alle quali a volte sarebbe più semplice voltare le spalle, che vorrei tanto imparare ad affrontare senza terrore, senza tremare, ma con il sorriso, forte della consapevolezza di riuscire ad affrontarle a testa alta.
Troppo spesso mi ritrovo piccola e fragile, in un mondo veloce che pretende troppo, persino la tua anima votata alla distruzione. In cambio di cosa?

Credo che vedere le cose con gli occhi di un bambino ci aiuti a recuperare quel modo semplice di guardare il mondo e le cose che si perde nel divenire adulti.
Non so se è innocenza, inconsapevolezza, speranza oltre i limiti, ma se occorre abbandonare alcuni tratti adolescenziali, per crescere, è altrettanto necessario rendersi conto che la prova non finisce mai, non si smette mai di crescere e imparare a confrontarsi in modo sempre nuovo. Ed è questo che ci rende quello che siamo, esseri in continuo mutamento, che prendono forma nel perenne divenire di questo mondo che ci travolge...in ricerca della nostra identità.

Baol ha detto...

Ma perchè far terminare il viaggio con l'adultità, a volte credo sia meglio continuare ad essere adolescenza...non so