domenica 8 marzo 2009

Il 9 marzo



Mi lascio ubriacare dalla melassa di parole sulla ricorrenza di oggi. Si fa un gran parlare di donne l'8 marzo, tutti si rincorrono nella valorizzazione delle potenzialità femminili, sulla nostra forza e capacità, sulla ricchezza delle nostre esperienze singole e collettive. La mattina però, di tutti i santi giorni dell'anno scolastico, mi sforzo di far percepire alle mie alunne di quanto sia difficile vivere in un mondo fatto e pensato da – e per – gli uomini, liberarsi dalle ragnatele dei loro significati e significanti, di quanto sia erta la salita alla realizzazione in un paese come questo, dove gli spazi pubblici sono monopolizzati dalla loro invadente presenza. Ogni volta vivo titanici sforzi a far comprendere loro come il problema della violenza, che perennemente pesa come una spada di Damocle sui loro/nostri corpi, sia il frutto di una cultura maschilista che viola la nostra integrità di donne, inchiodandoci ad un ontologismo biologico, ad un destino determinato da un'anatomia funzionale a strategie di potere, riducendoci a un fascio di carne e nervi attorno a una fessura. Ed ogni volta è tremendamente snervante ritrovarsi a parlare con loro solo delle migliori tette rifatte, della migliore minigonna, della scarpe più audaci in vista di una probabile seduzione. Stasera orde di donne si accalcheranno in pizzerie, ristoranti e locali goliardici, replicanti del peggio del peggio del machismo all'italiana, frutto di un'omologazione che offende la nostra dignità e oltraggia la nostra differenza.Oggi, per questa festa, stanca morta dopo un weekend pisano, mi gusto per la seconda volta (o terza? Non l'ho visto anche con Riccardo???) quel gioiello di “Vogliamo anche le rose” di Alina Marazzi, davvero un bel film documentario da vedere (e rivedere), soprattutto per chi, come noi bambine degli anni Settanta, è spesso vittima di una pericolosa amnesia su quegli anni di lotte e trasformazioni, imbambolate dall'individualismo degli anni Ottanta che sembrava aver liquidato (nel DriveIn e simili???) il senso trasformativo degli anni precedenti. Proprio un bel film, da vedere con attenzione e impegno, per ricostruire un legame con un passato che ci appartiene, nonostante l'oblio. Forse un po' pesante per i i miei ragazzi e le mie ragazze, a cui ho consigliato di vederlo durante un'assemblea di istituto: dicono che hanno fatto fatica ad orientarsi tra i tre diari e le tre storie che costruiscono l'ossatura dell'opera, ma dicono anche che è stato pungolo ad ulteriori riflessioni, nonché violente discussioni. Così ripenso alle ragazze della mia generazione, anche noi così convinte che le donne avessero già detto tutto quello che c'era da dire e che il loro impegno avesse lasciato sul terreno solo un cumulo di cenere dopo un grosso incendio. E rifletto anche sulla Barbara adolescente, la cui cultura politica, per quanto precoce e salda, non si è mai saldata con quello che, in futuro, avrebbe rappresentato il suo primario, se non esclusivo, interesse di donna e di eterna studente: il movimento delle donne, la sua storia, la sua plurale ed arborea definizione. Mi tornano alla mente le pagine lette qualche settimana fa, quando, quasi a voler riannodare le fila di riflessioni passate, mi sono presa tra le mani i testi di Carla Lonzi, e mi sono di nuovo immersa, dopo tanti anni, nelle sue parole così dissacranti e spesso crudeli, in grado di operare in me una dissezione di sentimenti, paure ed emozioni. Così ci appare chiaro che, ancora una volta, viviamo schiave di un errore di prospettiva: assorbiamo acriticamente le regole di una roccaforte, sociale, economica e politica, costruita unicamente al maschile, e siamo vittime di un sistema di rappresentazione che non ci significa e non ci rappresenta. E noi, dopo trent'anni da quel processo di radicale cambiamento che ha investito le vite delle nostre madri, siamo tornati nell'ovattato silenzio, festeggiando l'8 marzo e dimenticandoci completamente di cosa succederà il 9.

8 commenti:

Bk ha detto...

Cercate di non omologarvi a questo mondo fatto da uomini.
La parità è una donna che fa il soldato?
La parità è un governo convinto da una donna ministro a non mandare soldati in guerra.
Non smettere di parlare ai tuoi ragazzi, nemmeno un attimo.
Buon 9 Marzo allora, Barbarè...
Un bacio Bk

Vale ha detto...

io credo fermamente che la parità fra donna e uomo esista, e credo anche che questo mondo non sia stato costruito da/per gli uomini ma per entrambi.

Il problema siamo noi donne che finchè continueremo a sentirci inferiori lo saremo...

[forse un po' forte, lo so]

darkhaem ha detto...

La parità di diritti e di ruoli tra uomini e donne non si potrà mai realizzare completamente nei prossimi anni. Io concordo con i sociologi che appoggiano le teorie conflittualiste ai danni di quelle funzionaliste. Secondo le prime, sin dall'origine dell'esistenza umana sul nostro meraviglioso pianeta, gli uomini, essendo fisicamente più possenti e robusti dell'altro sesso, riuscivano, usando forme di coercizione fisica, ad ottenere dalle donne gratificazioni sessuali al fine di soddisfare le loro esigenze. Questa teoria ovviamente può essere criticata quanto vogliamo: se andiamo a riflettere sulla società odierna, ci accorgiamo ad esempio che le donne, anche in ambito lavorativo, hanno meno possibilità di intraprendere una carriera prettamente maschile, perchè (questi ultimi) possiedono doti naturali superiori/migliori rispetto ad una donna. Questa osservazione va analizzata prendendo come esempio la distribuzione delle mansioni in un ospedale. Una donna esperta e laureata in medicina, di solito, lavorerà in reparti quali la medicina di base, la pediatria...; sono rare le donne che operano in prima persona nelle sezioni chirurgiche. O ancora nelle scuole...di solito i ragazzi si comportano in una determinata maniera al fine di rafforzare la propria affermazione sociale (non tutti), invece le ragazze sono orientate al conformismo. Le bambine, inoltre, riescono ad apprendere più velocemente rispetto ad un bambino esercizi orientati verso la verbalizzazione, ma nelle discipline scientifiche, quali anche la matematica di base insegnata alle scuole elementari, le bambine, di solito, fanno più fatica a raggiungere i livelli di apprendimento di un bambino...
A mio avviso, i caratteri sessuali primari (testicoli ed ovaie) e secondari (ormoni differenti), derivanti dal sesso biologico, sono il punto di partenza della disuguaglianza di genere.
Essa c'è e persisterà, ed è giusto che sia così.

Vale ha detto...

si! la disuguaglianza c'è... noi (uomini e donne) siamo DIVERSI e questo è il suo bello, però abbiamo uguali DIRITTI.

Non è così dovunque - questo è chiaro - ma ho fiducia che ci possiamo arrivare.

Anonimo ha detto...

Mi chiamo Michele Collura e ho ventisette anni (h 1.74, peso 80 chili, dell'Inter). Una volta i documentari erano quelli di Piero Angela, con i leoni e le gazzelle, e al cinema si andavano a vedere i veri film. E cos'è questo dividere il mondo in uomini e donne, come fossero cani e gatti? L'eterogeneità è vita! Personalmente non vedo l'ora che la domenica mattina, su Piazza S. Pietro, si affaccino il Papa e la Papessa, tenendosi per mano.

Spippy ha detto...

Ma quanto sono fortunate le tue alunne (ad anche gli alunni maschietti, ma adesso voglio parlare di NOI) ad averti come insegnante??

In un mondo come quello di oggi ci vorrebbero più BarbarE come punti di riferimento, dico sul serio.

Buon "tutti i giorni dell'anno" piccola grande donna.

Un abbraccio.

Baol ha detto...

Io invece credo che le donne se non ci fossero andrebbero inventate (l'ho pure scritto in un post "famoso" tempo fa)

:)

Anonimo ha detto...

il fatto è che se le tue alunne sono arrivate al liceo senza che mai alle medie la loro prof di lettere le abbia sensibilizzate...