domenica 1 marzo 2009

Che cosa me ne faccio di una macchina....


Finalmente torno a studiare con rinnovato impegno e stabile concentrazione. Domenica casalinga quella di oggi, dopo un pranzo a casa con mio padre, in una giornata come questa, in cui mamma avrebbe festeggiato il suo sessantunesimo compleanno. Abbiamo coccolato il nostro amore, uscito rafforzato da questa prova e io ho abbandonato la dieta anti-emicrania almeno per un giorno, abbuffandomi anche di patate fritte, ottimo e comprovato antidepressivo. Emergo da due giorni di salutari regressioni. La giornata di venerdì è stata davvero un tuffo all'indietro, in un passato che a volte vorrei davvero rivivere, per recuperare una dimensione del vivere di cui spesso percepisco la lontananza e l'estraneità. In un passaggio fugace tra due città, le mie città, Pisa e Firenze, si sono materializzati nella mia mente gli ultimi anni: da quel piccolo bilocale nella periferia pisana, a quei lungarni illuminati, a quella casa amata-odiata abitata con tanto amore, a quelle strade attraversate in lungo e in largo da un motorino che adesso segue le giornate di una cugina adolescente.
Ritorno all'indietro accompagnato da una presenza costante e consacrato dall'ennesimo concerto di Francesco Guccini, goduto con il pensiero rivolto all'indietro, a quei tanti viaggi affrontati con spirito da adolescente. Così io e Giovanna ci siamo messe a ricostruire la cartina geografica delle nostre fughe, da quelle con i nostri amori a quelle in ricercata solitudine, a ricordare ogni momento e ogni scaletta di canzoni, ogni panino e ogni incontro. E insieme abbiamo riflettuto sulla violenza del tempo, che senza farcene neppure accorgere, si è sgranocchiato dieci anni con una velocità sorprendente, portandosi via tante cose: sogni, progetti, case, amori, madri.
Mi chiedo se sarei disposta a mercanteggiare questa attesa adultità, dell'anagrafe ma soprattutto del cuore, con una decennale inversione, mi domando quanto vorrei tornare all'indistinto territorio dei miei vent'anni, durante questo mio totale immergermi negli anni dei miei studi universitari e del mio amore apparentemente incrollabile. Adesso su questa scrivania, finalmente di nuovo sommersa da fogli di appunti e libri invecchiati, lancio uno sguardo alle mie cose e indirettamente a me stessa, e penso che davvero sto facendo quello che ho sempre desiderato ed a cui sono arrivata per giri tortuosi e percorsi scoscesi. Ma penso anche che, pur di respirare di nuovo quell'entusiasmo spontaneo e quell'appassionato poter essere imbevuto di futuro, sarei davvero pronta a respirare di nuovo con affanno su quelle salite, anche solo per un attimo. Canzone di oggi: Vasco Rossi, E adesso che tocca a me


E adesso che sono arrivato fin qui grazie ai miei sogni
che cosa me ne faccio della realtà
adesso che non ho più le mie illusioni
che cosa me ne frega della verità
adesso che ho capito
come va il mondo
che cosa me ne faccio della sincerità...
E adesso che non ho più
il mio motorino
che cosa me ne faccio di una macchina
e adesso che non c'è
più topo gigio
che cosa me ne frega della Svizzera...”


9 commenti:

Prisma ha detto...

Di nuovo, passando da qua, trovo parole che sento risuonare della mia stessa nostalgia...
E nel riflesso di questa pioggia domenicale che non smette di venir giù non posso non ritrovare tutta la malinconia e la rabbia silenziosa per un tempo che - dici bene - continua a sgranocchiare i nostri anni senza pietà.
Per poi lasciare a noi tutti i postumi di una cattiva digestione.

La sapeva lunga il buon Vasco...

Bk ha detto...

Ci penso spesso...
a quello che ero.
Agli occhi con cui guardavo il mondo a 18 anni...
Ma io vorrei essere felice ora, qui (o lì...) e adesso.
Con quello che ho imparato e che sono diventato.
Volere per forza tornare indietro è una sconfitta.
Fammi cercare... sono sicuro che la felicità è dietro l'angolo... se solo la smettessi di guardare indietro sarebbe più facile.
Mica l'hai vista?

Vale ha detto...

Il grande Francesco Guccini!
'e un giorno' mi sembra in linea con il post... se non la conosci e vuoi sentirla: http://www.youtube.com/watch?v=yVC9GM4QWqE&eurl=

un abbraccio!

Bruno ha detto...

fare un tuffo nel passato, nei ricordi è sempre una sensazione stupenda..lascia un po' di malinconia ma i ricordi tengono vivo il futuro.....

rompina ha detto...

mi tocchi il cuore ogni volta in modo diverso.

grazie grazie grazie :o)

un abbraccio

Anonimo ha detto...

...ed è stato bello vederti sorridere. Sembravi felice, perlomeno per un momento lontana da tanto dolore che ha avvolto la tua esistenza ultimamente. Ed io ero felice per te.
Francy

Spippy ha detto...

Uh. Questa canzone di Vasco. Stupenda.

La tua nostalgia un po' la conosco anch'io, pagherei non so quanto per ripercorrere certi sentieri, sentire di nuovo la fronte imperlarsi di sudore e il cuore battere forte. Tante volte mi lamento e rimpiango di non aver preso alcune strade. Ma ci sono anche volte in cui, nella solitudine sacra della mia intimità, ammetto con me stessa che in fondo in fondo non è tutto da buttare e probabilmente, se potessi ritornare agli incroci già incontrati, ripercorrerei gli stessi identici cammini. Senza cercare scappatoie, magari in discesa, che non mi farebbero faticare, okay, ma non mi farebbero nemmeno vivere.

Un abbraccio.

indierocker ha detto...

ragazzi, ma perchè stiamo sempre a rivangare il passato?!
....ebbasta: il presente è super-OK!!!!

(...mmmhhh.... no?!)

Anonimo ha detto...

Sai, me lo chiedo anche io cosa farne della sincerità...in questo mondo serve a poco come la correttezza e la bontà.
Scusa il pessimismo cosmico...:(