giovedì 5 luglio 2007

Bilanci

Sforzo a registrare le emozioni di queste ultime settimane, nonostante sia difficile menzionarle tutte e dare loro voce . E' finito il primo, vero, intenso anno di scuola. Ho salutato i ragazzi sciogliendo, come al mio solido, il nodo di pianto che mi bloccava il respiro, lasciando cadere qualche lacrima, non prima però di un coinvolgimento in una lotta bambinesca con le pistole ad acqua.
E’ arrivato, inevitabile, il momento dei bilanci che, ogni volta, perfezionista ed esigente come sono verso me stessa, mi trovano sempre perdente. Gli errori non si contano. Sciocchi, irragionevoli e a volte inspiegabili, dettati da una acerba esperienza ma anche da una endemica approssimazione che dovrò imparare, nolens volens, a superare.
Eppure, nonostante i rimproveri, so che non solo non potrei essere diversa da come sono, ma che, in fondo, non lo desidero neppure. Adesso non indosso più quella penosa maschera che tanto mi soffocava all’università e posso tornare ad essere quella che sono. Niente più farse, niente più finzioni. Adesso ho ripreso il potere di essere me stessa. In questi giorni pensavo che se non avessi provato quella rabbia e quel disgusto trasformatisi in coraggio, adesso sarei inchiodata ad una scrivania, a dipendere, quotidianamente, da una volontà altrui, arrogante ed arbitraria. Ed invece sono ancora in mezzo ai miei ragazzi, anche se non so per quanto. Le graduatorie, in fondo, non hanno rappresentato una brutta sorpresa, e sono anzi un buon inizio, nell’attesa che la snervante estate del precario finisca. Che inizia domani, ad esami finiti.

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