mercoledì 6 giugno 2007

Il dolce sapore di una sorellanza

Ho scritto questi appunti qualche settimana fa, mentre viaggiavo in treno verso Roma. Sono rimasti sulla mia agendina senza che dessi loro respiro. Li trascrivo adesso, dal momento che sono, per me, parole estremamente preziose.

"Qualche giorno fa, pensando alla morte, in primo luogo alla mia e poi a quella degli altri, mi sono chiesta chi delle due accompagnerà l’altra, dove non so. Non mi sono chiesta se, ma come saremo vicine anche negli ultimi istanti, dando per scontato che la tua sarà una delle ultime mani da cui attrarre il calore. E poi mi sono chiesta se mai riuscirò a partorire una figlia un giorno, una Marta incantevole, per dare a questo simbolico gineceo una nuova presenza, di donna. Sento che non sarei quella che sono, oggi, senza la tua vigile e costante vicinanza. Una vicinanza che ha seguito ogni mio passo, ha soccorso ogni caduta, ha sorvegliato ogni svolta pericolosa o incerta.
Ricordo quel sabato, quel prosciutto offerto in segno di accoglienza e benvenuto (cos’altro potevi aspettarti da un gruppo di gaudenti?), penso a tutti quei momenti di condivisione, alle giornate pisane, ai concerti, alle risate, alle urla a perdifiato, ai pianti a dirotto, penso all’apparente aderenza delle nostre vite che così spesso si sono assomigliate nei loro tortuosi percorsi. Dio mio Gio quante cose, Dio mio quanto è inestimabile questa sorellanza. Chissà cosa ci aspetta nei prossimi anni, spero che anche tu, come me, adesso non ne sia più impaurita. Sono convinta che ci aspetta un gran futuro, ad entrambe...per adesso goditi questa dichiarazione…senza montarti troppo la testa però…

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