domenica 5 luglio 2009

Sulle note di Gabriel Yared

Si rompe l’avvolgibile della persiana e la tapparella viene scaraventata giù murandomi nella mia camera da letto, senza lasciare neppure uno spiraglio di aria notturna che rinfreschi la mia notte. Non resisto in quella stanza con quell’aria densa e soffocante. Mi sposto in sala, non so, forse stasera dormirò sul divano, per permettermi almeno di respirare. Nonostante siano quasi le due mi sembra ancora presto per dire addio a questa intensa giornata. Scrivo, torno a scrivere. Prima su un foglietto ingiallito che trovo sulla scrivania, poi dietro uno scontrino del fornaio, adesso qui, in questa pagina immaginaria. Accendo il computer e mi avvolgo nell’intensa melodia della musica di Gabriel Yared. Assaporo le emozioni di queste due piacevoli serate, in una Follonica così amata in questo periodo dell’anno. Penso ai miei piedi liberi dai sandali affondati nella sabbia fresca, ad una birra sorseggiata lentamente fra parole sbiascicate in compagnia, a quel mare piatto illuminato dalla luce notturna, a quel piccolo bar sul lungomare che sembra avermi riportato un po’ a me stessa. Stasera mi chiedo perchè io continui ad impormi delle camaleontiche metamorfosi che non so sopportare, stasera capisco il segno profondo di disagio ed estraneità che percepisco ad indossare certe maschere, a ricercare certe movenze che parlano di una Barbara che non sono io. Mi sento stasera, mi percepisco, mi appartengo. Stasera davvero non cambierei una virgola del mio viso, del mio corpo, del mio seno, delle mie mani, non indosserei altri abiti se non questi, non trasformerei le mie parole, il tono della mia voce, il mio modo di muovermi, di stare in mezzo agli altri. Ieri, spostandomi da Massa Marittima verso Grosseto, ho guidato lungo quella strada in mezzo alla campagna che accompagna le forme di un piccolo lago e che attraversa tortuosa i vigneti e i prati di questa Maremma per me ancora amara e tremendamente paludosa. Ho pensato che erano quasi vent’anni che non passavo di là. Mi appartengo nel riuscire a tratteggiare una linea immaginaria che lega la Barbara di oggi a quella di quegli anni. Mi appartengo perché non trasformerei una nota della mia melodia, da quelle più intense a quelle più stonate. Mi appartengo perché nell’immergermi nell’atmosfera ansiogena e magica degli esami di maturità ritorno con la mente a quel luglio del 1993 e scopro che ho disegnato un percorso lineare, uniforme e coerente pur nel suo essere intimamente contorto e attorcigliato su se stesso. Stasera assaporo il piacere del riconoscimento, il piacere del mio stesso rispecchiamento. Stasera sembra che percepisca l’esaurirsi di una fase convulsa che mi allontanava da me stessa e mi sento felice. E vedo mia madre, con l’espressione di enorme preoccupazione con cui l’ho percepita nell’ultimo sogno, in cui mi chiedeva ripetutamente di non piangere. Non ce la faccio a dormire sul divano. Ma forse non ce la faccio a dormire.

7 commenti:

Gian Maria Turi ha detto...

Conosco questi luoghi di cui parli, metà della mia famiglia viene da lì. Li conosco per esserci sempre stato qualche giorno, dai tempi dell'innocenza. A Follonica qualcuno dei miei parenti ha, o forse aveva, un ristorante, vicino a quelle ciminiere a strisce rosse. Mia nonna è nata a Venturina, mio padre a Campiglia. Certi zii vivevano a Sassofortino, un po' più a nord, e d'estate ci stavo proprio bene. Tu magari a pane, vino e zucchero; a me le cose dolci non mi hanno mai convinto molto, e di solito era pane e pomodoro (un altro classico) o un piatto di pasta alle 6 di mattina. Quel mio zio lavorava nei campi, gli serviva energia. Prima aveva lavorato alle miniere di Niccioleta: andava e tornava a piedi ogni giorno da Sassofortino. Un altro zio si era ritirato in forma eremitico sul colle del Sassoforte... magari ne hai sentito parlare...
Ti ripeto quello che ho scritto ieri. Mi piace molto come scrivi. Le tue parole sono calibrate, ordinate, composte, e il tutto in modo istintivo (a meno che tu non stessi rimuginando su questo post da 3 settimane...). Non sono parole complicate ma stanno lì a formare frasi belle, modeste e belle. Anche se parli di poche cose quotidiane, sembra che parli di qualcosa di importante - cioè: si sente che stai parlando di qualcosa di più importante. Credo... (Un ultima cosa a questo proposito e chiudo: la prima volta che lessi le Ricerche filosofiche di Wittgenstein pensai che fosse il libro di un cretino. Ma dovevo farci su un esame e lo rilessi: solo alla terza lettura ho capito chi fosse il cretino.) Buona domenica maremmana.

Prisma ha detto...

Meravigliosa ed emozionante, come sempre.
Anche a me capita di rinascere, i piedi nella sabbia fresca, una birra in mano, il mare di notte e la luna...
Non è Follonica, ahimè, ma fa lo stesso. A volte, dopo tanto penare, basta poco per appartenersi!

Buona domenica!

fabio r. ha detto...

la cosa delle maschere mi ha sempre affascinato... la moltitudine di personalità che dobbiamo (vogliamo?) assumere nel corso della vita è un argomento a cui spesso penso. Mi affascina poi l'idea che la parola "Persona" abbia originalmente il significato di maschera, appunto!
amo da sempre Pirandello e poi Büchner, che nella sua Morte di Danton fa parlare il protagonista delle maschere che ci mettiamo ed ad un certo punto dice (cito a memoria): la maschera è tutto. Se strappi via la maschera viene via anche la faccia...

ciao

Anonimo ha detto...

è sempre così bello leggere le tue parole

Francesca

Anonimo ha detto...

ma sai che stasera stanno mandando 'mio fratello è figlio unico' e ti leggo mentre in sottofondo stanno cantando ‘bandiera rossa’…altro che 1993! Sono felice nel leggerti così, nel sentirti così! A volte dobbiamo essere un po’ camaleonti (come dire…dalla cravatta ai tacchi a spillo) l’importante è non perdere mai di vista se stessi; ciò che siamo e la strada che abbiamo fatto per arrivare fin qui. Affondare i piedi sulla sabbia, bere una caipiroska dopo una pantomima e trovarvi ancora lì. Apri l’avvolgibile (al limite sfondalo) e fai entrare l’odore del mare!
Notte bimba.
G.

Viadellebelledonne ha detto...

buonpomeriggio
La invito, tempo e interesse
permettendo, a visitare il blog collettivo Viadellebelledonne
che aderisce anche allo sciopero
dei blogger che si terrà il 14 corrente mese.
augurandomi di non averla importunata (la prego in tal caso di cancellare il presente commento)
le lascio i miei cordiali saluti
paola lovisolo
redattrice di Viadellebelledonne

Gian Maria Turi ha detto...

Per gli amici di Barbara: http://dissimulata.blogspot.com/